Poco tempo fa stavo guardando la semifinale di serie A dei campionati europei di calcio, quella tra Italia e Spagna. Ero seduta sul grande divano dei parenti che mi avevano ospitata per l’occasione, davanti al quale il loro bambino di quattro anni era impegnato a giocare.
A un certo punto, il piccolo Nico ha sollevato la testa dalla torre che era intento a costruire e ha chiesto:
Mamma, domani si va a scuola?
Non ho ascoltato la risposta della mamma di Nico, anche se posso immaginarla. Invece, ho smesso di guardare lo schermo della tv e mi sono messa a osservare il bambino con grande meraviglia. Dopotutto, aveva appena usato correttamente la forma impersonale del verbo andare con una naturalezza strabiliante.
Imparare spagnolo come i bambini
I bambini “sono delle spugne”, quante volte ce lo ripetiamo? Eppure io continuo a sorprendermi per le loro capacità di apprendimento, domandandomi se sarò mai capace di fare lo stesso con la lingua spagnola.
La risposta è ovvia: no. Perché non sono più una bambina che impara inconsapevolmente ma un’adulta che vuole imparare lo spagnolo.
Eppure dev’esserci il modo di imitarli, di imparare dai bambini come si impara una lingua straniera senza troppi “ostacoli mentali”.
Per trovare una risposta, chiedo aiuto alla psicolinguistica che analizza il meccanismo di acquisizione linguistica nei bambini.
La ricerca più recente divide tale periodo in:
- periodi critici: fino ai 3 anni si ha uno sviluppo ottimale delle abilità linguistiche, tra i 4 e gli 8 anni lo sforzo celebrale è maggiore;
- periodo sensibile: tra gli 8 e i 20-22 anni la persona ha ancora forti potenzialità neurologiche che le consentono di sviluppare una buona competenza linguistica, ma le sue prestazioni in lingua straniera non sono più comparabili a quelle di un madrelingua.
Ora, io non so quanti anni tu abbia, ma ti confesso che io ho passato i 22 da un po’ e a questo punto mi sento un po’ demotivata.
Per fortuna, la psicolinguistica recente offre a tutti quelli come me un buon motivo per gioire e non smettere di sperare:
La psicolinguistica recente ritiene che la capacità di apprendere una lingua non venga mai meno, ma che siano la rapidità e la stabilità a maturare con l’età: il bambino è più rapido e stabile, ma l’adulto alla lunga lo raggiunge. (Paolo E. Balboni, Le sfide di Babele)
Si può quindi parlare spagnolo come un bambino?
Forse sì. A patto che ci impegni a comportarsi come tale. Una fondamentale caratteristica psicologica dell’adulto è infatti la sua necessità metalinguistica, ben superiore a quella del bambino. Questo significa che gli adulti che stanno imparando spagnolo come me e te non possono fare a meno di cercare “regole” e di domandarsi il perché delle cose, prima di esprimersi in spagnolo.
Per farti un esempio più concreto, dovrei semplicemente smetterla di chiedermi se un bambino spagnolo, al posto di Nico, avrebbe detto “¿Mamá, hay qué ir a la escuela mañana?” oppure “¿Vamos a ir a la escuela mañana?”.
Invece, potrei mettermi semplicemente ad ascoltare un dialogo spagnolo in una scuola di lingue per mettermi in gioco. Mettermi a giocare come Nico.